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  • Immagine del redattoreMaria Grazia Tiberii

Era il 25 marzo 2010 ... Un triste giorno per l'Omeopatia




Italia terra di eccellenze ignorate! In quanti nella nostra capitale sono coscienti di avere, nella famosissima Piazza Navona, l'unico Museo dell'omeopatia del paese?

Unico in Italia e raro in Europa, ne esiste solamente un altro a Stoccarda.



Nei locali romani, dove ha svolto per 50 anni - dal 1953 al 2003 - la sua attività l’Accademia Italiana di Medicina #Omeopatica, sono raccolti archivi privati di medici omeopatici dell' Ottocento e del Novecento. Un ricchissimo archivio storico nato da un progetto del Prof. Antonio Negro (17 giugno 1908 – 25 marzo 2010), fondatore dell'Accademia, al quale va riconosciuto il merito di aver diffuso l'omeopatia in Italia. Oggi, a duecento anni dalla sua nascita, le cure omeopatiche vantano circa otto milioni di seguaci.


Antonio #Negro nacque ad Alassio, in provincia di Savona, il 17 giugno 1908. Aveva appena 12 anni quando scoprì l'omeopatia, grazie a un'omeopata "Dante #Biscella" che aveva studiato con uno dei padri della disciplina negli Stati Uniti, Constantine #Hering. Il Dr. Biscella curò Antonio che aveva contratto l'influenza spagnola e divenne il suo mentore dandogli il pieno appoggio quando egli scelse di studiare medicina. Fu scelta la facoltà di medicina e chirurgia di Genova dove il ragazzo ebbe l'occasione di seguire le lezioni del Prof. Pende, accademico legato a Biscella. Il giovane studente si iscrisse al Partito Nazionale Fascista nel 1932, come molti all'epoca e, nel 1935 ottenne la laurea dopo aver discusso una tesi in dermatologia. Una volta superato l'esame di Stato Antonio iniziò a collaborare stabilmente con Pende come allievo interno e, dopo aver prestato servizio militare, divenne assistente dirigente della Casa di cura dell'Istituto termale di Chianciano, che Il professore dirigeva. In seguito presenterà il suo approccio clinico all'omeopatia come la concretizzazione delle teorie di Pende. Quando a Pende fu affidata la direzione dell'Istituto di patologia speciale medica al Policlinico Umberto I di Roma il suo allievo lo seguì e rimase all’Istituto fino al collocamento a riposo del professore nel 1950. L'omeopatia era per Antonio un'evoluzione del similia similibusdi Ippocrate, che era sfociato nel costituzionalismo e la bio-tipologia di Pende. Era nata la scienza medica dell'individuale, basata sul trinomio biotipo-malattia-rimedio che guarda all'uomo come unità indivisibile «di materia corporea, di anima e di spirito, di divina origine, per cui tutte le manifestazioni vitali di questa totalità sono sempre fisiche e psichiche al tempo stesso» (Pende, 1958). L'otto dicembre 1943 sposò la figlia del giornalista politico e studioso delle tradizioni, noto come Ceccarius, Clara. Dall'unione nacquero due figli entrambi dediti alla medicina, il primo seguirà le orme del padre diventando omeopata. Nel 1948 Antonio ottenne l'abilitazione alla libera docenza e iniziò a collaborare con l'Università La Sapienza dove, dal 1951, fu relatore di un corso in scienza dell'ortogenesi, corso ripetuto fino al 1988 quando gli fu revocato il contratto di libera docenza. (Continuò tuttavia a tenere lezioni fino al 1991). Durante i suoi corsi il Prof. Negro, oltre a esporre fedelmente le teorie di Pende, dedicò particolare attenzione alla biotipologia come scienza esplicativa dell'ereditarietà e delle malattie croniche deformanti. Dalla fine degli anni Cinquanta iniziò a concentrarsi sull'omeopatia e in seguito all'eugenetica, in un'accezione di eugenia positiva centrata sulla generazione e sui problemi della crescenza infantile.

I tentativi di istituzionalizzare l'omeopatia risalgono agli anni Trenta. Spinto dal suo mentore, Biscella, Antonio prese parte all’istituzione del Centro Omeopatico Romano, dove incontrò Evelino Leonardi, medico omeopata di Gabriele D'Annunzio. Nel 1939 fu tra i fondatori dell'Associazione Omeopatica Italiana della quale fu nominato vicepresidente. Tra le sue iniziative spicca l'istituzione del primo corso di Medicina Omeopatica Hahnemanniana, corso triennale aperto a tutti i laureati in medicina e chirurgia che si tenne fino al 2009. Inoltre fondò il Centro Ippocratico Hahnemanniano cui affidò il compito di diffondere l'omeopatia in Italia, presiedette il centro fino al 1955 nel frattempo (1949) lo associò all'Istituto di Medicina Omeopatica; fu l'inizio della commercializzazione dei prodotti omeopatici e la loro distribuzione nelle farmacie.

Nel 1953 fu socio fondatore e presidente dell'Accademia Italiana di Medicina Omeopatica e nel 1957 presiedette il primo Congresso Nazionale di Medicina Omeopatica. Nel 1964 fu insignito dell'onoreficenza dell'Ordinedi Gregorio Magno. Gli anni successivi furono un turbine di iniziative di successo che culminarono, nel 1991, con la fondazione della Scuola Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana, che diresse fino alla morte.

Tra i suoi pazienti ricordiamo Oscar Luigi #Scalfaro, del quale fu medico personale e Sandro #Pertini. Il Presidente Partigiano lo insignì nel 1984 del titolo di Grande Ufficiale dell'ordine al merito della Repubblica Italiana. Due anni più tardi Francesco #Cossiga gli attribuì il titolo di Cavaliere di Gran Croce. A coronamento di una vita tutta dedicata alla scienza nel 1993 Antonio Negro creò il Museo dell'Omeopatia a Piazza Navona. Morì a Roma il 25 marzo del 2010 e fu sepolto nella tomba di famiglia ad Alassio, accanto alla moglie e i genitori.

L'omeopatia è un metodo terapeutico che si basa sulla somministrazione di medicinali sulla base del principio della similitudine, lo stesso usato da Ippocrate. E' possibile usare le sostanze più svariate cercando il simillimum che provoca la reazione guaritrice da parte dell'organismo. Le sostanze usate per curare i disturbi sono simili a quelle che li provocano; ad esempio estratti diluiti di veleno di ape cureranno le punture di insetti che provocano una reazione simile a quelli della sua puntura. Quindi l'arsenico cura i disturbi simili a quelli prodotti da avvelenamento da arsenico e il caffè gli stati di eccitazione. Ovviamente si fa ricorso a dosi infinitesimali, ma, malgrado la diluizione elevatissima si conserva il principio attivo. Gli studiosi non riescono ancora a spiegarselo!

La biblioteca del museo romano fondata da Antonio Negro comprende una ricca collezione di testi e rare prime edizioni di volumi editi in Italia nell'Ottocento oltre a vari Kit di medicinali.

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