Maria Grazia Tiberii
La leggenda del Lago Blu
Con l’arrivo delle lunghe serate invernali mi assale la nostalgia delle #storie raccontate attorno al fuoco in un’epoca che mai avrebbe immaginato il nostro mondo iper connesso.
Ogni paese montano ha la sua leggenda, oggi ve ne svelo una nata tra i monti della Valle D’Aosta.
Si narra di una piccola casa abitata da una famiglia di pastori assai crudeli, soprattutto la moglie. La signora era famosa in tutta la valle per il suo carattere scontroso che non aveva riguardi per nessuno.
Era un pomeriggio triste e piovoso quando un viandante lacero e affamato bussò alla porta della casetta. La pastora aprì l’uscio e, senza proferir parola, squadrò da capo a piedi l’uomo che stava implorando per avere qualcosa da mangiare. Nel giro di pochi minuti gli chiuse la porta in faccia.
Il figlio, che aveva assistito alla crudele scena, prese una scodella piena di latte destinato alla colazione della mattina seguente è, aperta nuovamente la porta, fece per porgerla al viandante. Ma la madre, inviperita, prese la ciotola e ne porse all’uomo una piena di acqua sporca. Il viandante voltò le spalle e se ne andò mormorando oscure parole che non presagivano nulla di buono.
Il fanciullo fu aspramente rimproverato e, nonostante fosse scesa la sera, mandato nel bosco a raccogliere legna. Vincendo le sue paure si inoltrò tra glia alberi nel tenebroso regno di lupi feroci che nel buio seguivano ogni suo movimento. Ma non erano minacciosi, sembrava quasi conoscessero quel bimbo che si aggirava tra gli alberi raccogliendo i rami caduti.
La notte era inoltrata quando egli riuscì ad ammucchiare una discreta catasta; si diresse verso casa ma ... Quando giunse nel posto esatto dove era vissuto con i genitori non vide che un lago.
Ancora oggi guardando attraverso le sue acque si possono vedere i grandi pezzi di legno che furono le travi della casa.
Il fanciullo pianse disperato, poi capì che i suoi genitori erano stati puniti per la loro crudeltà.
Ricostruì la casetta sulla sponda del lago. Né lui né i suoi discendenti, ricordando la triste storia, negarono mai aiuto a chi
bussava alla loro porta.
Lo splendido Lago Blu, che deve il suo nome a un minerale presente nelle sue acque che gli dona l’intenso colorazione, è incastonato a 1981 metri di altitudine ai piedi del Cervino. E nelle sue acque a volte la montagna, vanitosa, si specchia.