Maria Grazia Tiberii
Oggi la Compagnia dei Viaggiatori vi porta a ... Pietraroja

Girovagando per le strade italiane, quelle poco battute e quasi mai riportate nelle guide turistiche, oggi abbiamo raggiunto un borgo abbarbicato sulle pendici orientali della catena del Matese.
Un paesino di montagna circondato da boschi e ricco di sorgenti le cui acque possiedono proprietà diuretiche e disintossicanti.
Benvenuti a Pietraroja!
Un paese a circa settanta chilometri dal suo capoluogo, Benevento, che deve il suo nome al colore della bauxite (un minerale di colore rosso ricco di alluminio) che abbonda nella zona.

Meta ideale per gli appassionati di trekking Pietraroja è punto di partenza di incantevoli sentieri con vedute panoramiche che si aprono sulla Campania e sul Molise. Mirabile il portale romanico della chiesa di Santa Maria Assunta, sorretto ai lati da un’ orsa che allatta due cuccioli e una leonessa.
Si sa, camminare in montagna stuzzica l’appetito!
Niente paura, Pietraroja è famosa per il suo prosciutto che, grazie alla lavorazione immutata da secoli, al clima, alla purezza dell’aria di montagna acquisisce il,suo inimitabile sapore. Viene festeggiato all’inizio di agosto con la “Sagra degli antichi sapori”.
Ma cosa che più attrae a Pietraroja, è il ritrovamento di Ciro; il primo fossile di dinosauro scoperto in Italia.
Ciro viveva oltre centotredici milioni di anni fa, (Cretacico inferiore) ai margini di una laguna tropicale poco profonda. Il piccolo scheletro (lungo solo 23 centimetri) apparteneva a un piccolo dinosauro carnivoro, un cucciolo di quattro o cinque settimane che probabilmente trovò la morte in un corso d’acqua. Trascinato dalla corrente nella laguna si è depositò sul fondo della laguna insieme a una moltitudine di pesci, crostacei, anfibi e rettili; le acque calde e povere di ossigeno rallentarono il processo di decomposizione degli organismi consentendone la conservazione.
Era un pomeriggio invernale quando Ciro fu ritrovato, ormai divenuto pietra non ha sofferto per il freddo vento che sferzava la montagna che ora svettava dove prima c’erano atolli tropicali. Giaceva sdraiato sul fianco sinistro, con il capo leggermente reclinato, all’interno di una lastra di roccia.
Da adulto avrebbe pesato circa venti chili e raggiunto l’altezza di un paio di metri; aveva occhi molto grandi, il muso schiacciato, le zampe sproporzionate e due coppie di piccoli denti sporgenti dalla mascella.
Il nome scientifico di Ciro è Scipionyx Samniticus, a ricordo del geologo Scipione Breislack che nel 1978 segnalo’ la presenza di fossili di pesci a Pietraroja.
Oggi l’area, uno dei giacimenti di fossili più importanti della Penisola, è un parco Geopaleontologico. Ciro ha trovato una nuova casa, il Paleolab, che condivide con i fossili che gli hanno tenuto compagnia sul fondo dell’antica laguna.
Lasciamo Pietraroja con la sensazione di avere condiviso per qualche ora il mondo perduto di Ciro.