Maria Grazia Tiberii
Quattrocento anni fa ... Tsunami nell'Adriatico
Aggiornamento: 6 mag 2019

La prova che anche la costa adriatica abruzzese diversi secoli fa fu colpita da uno tsunami, il geologo teramano Romolo Di Francesco l’ha ottenuta analizzando chilometri e chilometri di spiaggia, rilevando l’esistenza di quelli lui chiama “i punti di debolezza del sottosuolo”, correlabili anche a grande distanza tra di loro. Ad un certo punto i sensori di un’apparecchiatura, tra l’altro molto voluminosa, i cui esami in laboratorio sono oltretutto molto costosi, hanno accertato che in quei tratti una forza distruttiva ha spazzato con un’energia insolita la costa. Ma che ci fosse stato uno tsunami in Adriatico agli inizi del 1600 che ha colpito il tratto di mare che va dalla Puglia fin su a Pineto, sono le cronache del tempo a testimoniarlo. “Questo rafforzerebbe l’idea – commenta Di Francesco – che le popolazioni dell’Adriatico non vivrebbero poi in quel limbo prospettato da molti”. Gli scritti di quel secolo, riportati poi in un libro del geologo teramano (“Lesioni degli edifici”, Hoepli, 649 pp.), ci riferiscono della reale entità dell’evento catastrofico, o meglio dei due distinti eventi: il terremoto prima, l’onda anomala poi. Nel volgare dell’epoca si narra proprio del disastroso sisma che nel 1627 colpì il Gargano e la Capitanata: il testo, seppur redatto in un linguaggio aulico, infonde tuttora nel lettore il terrore, la distruzione ed il senso di smarrimento che l’evento provocò tra le popolazioni. Il terremoto... ruinò affatto le Terre, e città intiere, con segni prodigiosi, e durò tre hore interpollatamente... si sentirono voci dolorose, che per il gran timore, e strepitio della gente, non si poté distintamente intendere le parole, in modo che pareva fosse giudizio universale, come fu per quelle povere anime, la quantità delle quali per hora non si può sapere. “Il sisma – prosegue Romolo Di Francesco - probabilmente generatosi in mare aperto, provocò anche un’onda gigantesca, uno tsunami che s’infranse sulla costa Settentrionale del promontorio interessando il tratto di costa prospiciente il lago di Lesina, il litorale di Manfredonia e la foce del fiume Sangro; gli effetti furono altrettanto devastanti del terremoto, con l’allagamento della pianura tra Silvi e Mutignano in Abruzzo e l’inondazione delle campagne di Sannicandro Garganico; l’evento sisma più tsunami causò almeno 4500 vittime”. Certo, se il fenomeno di allora si fosse verificato oggi, con l’urbanizzazione e l’antropizzazione odierne, il numero di vittime sarebbe stato sicuramente maggiore. Il team composto quattro geologi (Luca Di Matteo, Gianluca Iezzi, Fabrizio Petrini, tutti abruzzesi, oltre al coordinatore teramano Romolo Di Francesco), è impegnato da circa due anni a ispezionare i nostri arenili alla ricerca di ulteriori segni, alcuni dei quali tuttora visibili presso la costa pugliese. Come detto, i punti di debolezza rinvenuti sul sottosuolo farebbero presagire ad un urto spaventoso di energia: “Per individuare tali punti, usiamo la resistenza del terreno; quando ad un certo punto cade a zero vuol dire che in quel luogo è capitato qualcosa di importante e di anomalo durante la normale evoluzione geologica della storia delle nostre coste” racconta Di Francesco. Ora il team dovrebbe analizzare al microscopio alcuni campioni ma la mancanza dei fondi sta bloccando il prosieguo delle ricerche: lo scopo dello studio è prevalentemente diretto a svolgere un ruolo di prevenzione poiché la pericolosità del nostro territorio non è legato esclusivamente ai terremoti lungo l’Appennino. “Il nostro obiettivo conclude di Francesco – sarà quello di individuare tutti gli tsunami storici che hanno colpito le nostre coste e datarli singolarmente al fine di offrire uno possibile scenario futuro grazie al quale svolgere un’adeguata prevenzione”.
Maurizio Di Biaggio - Il Messaggero 13 aprile 2011 -
Il geologo teramano Romolo Di Francesco, classe 1965, è autore a livello nazionale ed internazionale di libri, pubblicazioni tecnico-scientifiche e di articoli divulgativi in materia di Meccanica delle Terre, Geotecnica, Geofisica, Scienze dei Materiali e Geologia; è membro dell’Associazione Geotecnica Italiana, dell’International Society of Soil Mechanics and Foundation Engineering, dell’International Association for Computer Methods and Advances in Geomechanics, dell’International Geosynthetics Society, dell’Associazione di Difesa del Suolo e della Società Italiana di Geologia Ambientale. È coautore, con la moglie Maria Grazia Tiberii, di un romanzo dedicato al terremoto del 6 aprile 2009 - “La notte dell’Aquila” - pubblicato a livello nazionale. È rintracciabile al suo sito personale: www.romolodifrancesco.it.