Maria Grazia Tiberii
Un mondo sempre più green

#Overthemyworld🌏 Agli albori della storia l’uomo ha utilizzato pellicce e pelli per difendersi dalle intemperie e creare accessori che rendessero più agevole la sopravvivenza.
Anche quando il progresso ha fornito tessuti più facilmente reperibili i ricchi hanno continuato a ornarsi con vistosi trofei di caccia e, in tempi moderni, le signore della borghesia facevano a gara per esibire il visone più pregiato. Per non parlare degli accessori costosissimi realizzati portando ai limiti dell’estinzione più di una specie. Oggi quel mondo sembra volgere finalmente al tramonto, soppiantato da una nuova filosofia di vita che spinge alla ricerca di materiali alternativi ecocompatibili.
Un plauso al prodotto realizzato da “Ananas Anam”, marchio britannico che ha rivisitato un antica tradizione filippina che fin dal XVI secolo riutilizza in maniera creativa le foglie dell'Ananas.
Invece di procedere a un oneroso smaltimento gli isolani usavano le foglie per realizzare un tessuto simile alla pelle con il quale confezionavano accessori femminili. La fondatrice della ditta, esperta nella lavorazione del cuoio, nel corso di un viaggio intuì le potenzialità dell'utilizzo dell'antica tecnica di lavorazione e iniziò a studiarla. In sette anni è stato creato l'innovativo tessuto: Piñatex. Per produrre un metro quadro di "Pelle" occorrono circa 480 foglie lavorate con un procedimento che non richiede l’uso di sostanze inquinanti, e che crea reddito aggiuntivo ai coltivatori di ananas! Gli scarti di lavorazione sono biomassa facilmente convertibile in fertilizzante o biogas e il prodotto finito è biodegradabile, ottimo come concime. Ultimo, ma non ultimo: il tessuto è ignifugo.